Il processo civile telematico è la sistema di gestione digitale del processo civile. Introdotto nel nostro ordinamento con una serie di passaggi legislativi e sperimentazioni partite nel 2001, il processo telematico è realmente efficace dal giugno 2014, quando diventa obbligatorio il deposito via web degli atti processuali per alcune tipologie di procedimenti.
Nodo cruciale della politica di e-government del paese, il processo civile telematico ha potenzialità enormi in termini di risparmio economico, efficienza amministrativa, impatto ambientale. La strada verso il perfezionamento del sistema, però, è ancora lunga. La copertura digitale del processo, infatti, è solo parziale ed esistono ancora troppi nodi da sciogliere.
Cos’è il processo civile telematico?
Cerchiamo di capire meglio di cosa si parla entrando nel dettaglio. Processo civile telematico significa sostituzione della gestione cartacea con quella digitale per le seguenti tipologie di procedimento:
- contenzioso civile
- processo del lavoro
- esecuzioni mobiliari e immobiliari
e dà la possibilità a professionisti, cittadini e imprese di:
- consultare online il fascicolo processuale
- pagare il contributo unificato
- notificare atti giudiziari
- depositare atti giudiziari
- comunicare con gli uffici giudiziari
Il deposito via internet di atti giudiziari è obbligatorio solo per gli atti endoprocessuali. Ciò significa che il processo può partire anche in modalità tradizionale, ossia cartacea, ma gli atti successivi vanno necessariamente depositati via internet. L’obbligo si applica al procedimento civile, al contenzioso e alla volontaria giurisdizione e riguarda gli avvocati difensori nonché consulenti tecnici d’ufficio o di parte. Nelle procedure concorsuali tale obbligo riguarda i curatori, i commissari giudiziali, i liquidatori, i commissari liquidatori e i commissari straordinari. I magistrati hanno l’obbligo di depositare via web i decreti ingiuntivi.
Risulta chiaro anche ai non addetti ai lavori che il passaggio dal cartaceo al digitale per tutte queste procedure salverà un’enorme mole di carta, alleggerirà le spese per avvocati, privati cittadini e per la Pubblica Amministrazione, snellirà procedure lente e farraginose.
Requisiti tecnici
La gestione telematica di un processo civile presuppone il possesso di alcuni strumenti informatici. Fondamentali a tal riguardo sono:
senza le quali il concetto stesso di giustizia on-line non sarebbe ipotizzabile. Ad esse va aggiunta la Carta Nazionale dei Servizi, che dà accesso alla maggior parte delle funzioni afferenti al sistema.
Servono, inoltre, un software denominato Redattori atti e l’adesione ad un Punto di Accesso. Il Redattore Atti è il programma necessario alla creazione della busta telematica, con cui gli operatori (avvocati) depositano gli atti. Molti Redattori atti sono gratuiti ed è possibile consultarne una lista sul portale dei servizi online giudiziari del Ministero della Giustizia.
Esiste poi il Punto di Accesso (PDA), ossia la finestra web dove l’avvocato può usufruire dei servizi di consultazione e di trasmissione telematica degli atti. Tali Punti di Accesso sono autenticati dal Ministero della Giustizia.
Quale futuro per il processo civile telematico?
I dati forniti il 30 aprile scorso dal Ministero sullo stato dell’arte del processo civile telematico sono confortanti. Nell’ultimo anno sono aumentati del 22% i provvedimenti “nativi digitali” (creati direttamente online) e del 28% i depositi telematici, Si è registrata, inoltre, una crescita rilevante delle comunicazioni telematiche all’ufficiale giudiziario, con un risparmio stimato di circa 60 milioni di euro.
La strada dunque è tracciata, ma ancora molto va fatto in termini di dematerializzazione, uniformità procedurale ed efficienza amministrativa. È ancora lontana, infatti, l’integrazione procedurale con il processo penale telematico, da poco in fase di sperimentazione, e con il processo amministrativo telematico. Anche dal punto di vista tecnico esistono ancora criticità: è di pochi giorni fa la notizia di un black-out nella sala server di Messina che ha causato l’interruzione dei sistemi informatici civili e penali. Su un altro versante si è ancora in attesa degli esisti dell’istruttoria dell’Antitrust su Net Service, la società che gestisce la piattaforma per il Processo Civile Telematico. La poca chiarezza nell’utilizzo delle credenziali, infine, rende il sistema ancora scarsamente user friendly. Una svolta in tal senso ci sarà quando il cittadino potrà accedere a tutte le funzioni del processo telematico con la propria identità digitale SPID.
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